ARGENTO !!! E c’era pure Dario…
Mi
scuso innanzitutto per il ritardo con cui scrivo questo breve
ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile il
raggiungimento di questo bellissimo risultato, ma al ritorno da
Belfast mi attendevano cinquecentotrentasette mail di lavoro,
trentadue di negozi da inaugurare, settantanni (40 miei, 30 di mia
moglie) da celebrare degnamente ed una paternità da annunciare…
Non me ne voglia il
#7 dei Banditi se cerco umilmente di imitarne lo stile, ma le sue
flag-pagelle mi mancano almeno quanto lui in campo quando Paltro
seleziona una corsa sulla Sua “Treccani” da campo e me la fa eseguire:
ormai sono un umile sherpa sovrappeso, non uno YAC.
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# 3
Giorgio Gerbaldi
IL MIRACOLATO –
Debutta in nazionale a 37 anni e a due sole settimane da una
distorsione al ginocchio “buono”, ma ciò nonostante non fa rimpiangere
assolutamente in campo quello brizzolato che gli anni prima capitanava
con lo stesso numero. Suo lo splendido intercetto che mette in
ghiaccio la partita con Israele. Prima gioisce in campo, poi un po’
s’incupisce sulla sideline, alla fine impazzisce con il Buffalo e
marca a uomo Cox con risultati ubriacanti.
STOICO
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# 5
Simone Zuffi
IL TABAGISTA –
Grande novità in casa nazionale: il # 5 si riscalda che è un piacere,
e le amnesie da primo drive spariscono. In semifinale vs i crucchi
chiude la partita con un saettante TD su intercetto che suggella un
parzialino di 34- 0, autorevole antidoto al preoccupante 0-14 con cui
era iniziata la partita. La sconfitta vs i biondi danesi gli risparmia
il fioretto antitabacco promesso nel pre-partita: “o non ci crede
affatto…o ci crede un sacco” ho pensato. Da come ha giocato ho capito
che il fatturato della Philipp Morris ha corso realmente un serio
pericolo.
FANTAUTISTICO
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# 6
Marco Viani
IL CAPITANO –
Doveva essere il Suo ultimo canto in nazionale, ma
spero lasci il cigno nel forno in cucina sotto la lavagnetta ancora
per un anno; sarebbe un vero peccato privare un gruppo così del suo
leader silenzioso, ed il flag mondiale del salto del capretto e del
cavallo imbizzarrito. Efficace stratega e preciso wr in attacco, ha
effetti dopanti sulla difesa delle mannaie quando chiamato in causa.
La meticolosa preparazione invernale da mini-Buffon produce i suoi
frutti con una memorabile parata su un 4° down che lascia la grandeur
francese a 21 punti (a zero !) di distanza dalla truppa italica ed
estromette di fatto i simpaticissimi galletti dal giro medaglie. Unico
appunto, si distrae e si dimentica di essere anche il commissioner del
fantafiga.
Alla prossima (?)
INDISPENSABILE
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# 9
Andrea Beltrami
IL DISCEPOLO –
Ancora con i lividi sulle braccia prodotti dalle saette
di “Blu 13” in quel di Wolfsberg, viene salvato dall’ H.C. impietosito
e schierato prevalentemente in difesa, salvo ridiventare efficacissimo
anche in attacco quando a lanciare è il suo fido Nufi Saki. Dopo un
torneo sui generis per chi ne conosce le capacità, complice anche un
infortunio alla caviglia occorsogli contro i donatori di Ricola, in
finale inserisce la “modalità canada” e cancella letteralmente dal
campo il marziano biondo MVP dell’europeo facendoci rimanere in
partita fino alla fine.
QUANDO IL GIOCO
DIVENTA DURO…
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# 10
Massimiliano Bonomo
IL MORO –
Un po’ ie mena, un po’ ie mena n’artro po’. Avessero giocato tutti con
la sua fisicità, non avremmo avuto avversari in campo, ma il pronto
soccorso dell’ospedale di Belfast ci avrebbe denunciato per
schiavismo. Suoi i 2 TD che tolgono ai francesi quel ghigno beffardo
che durava dal 2005, il primo con un coefficiente di difficoltà degno
del miglior Cagnotto (il padre), il secondo letteralmente camminando
data la perfetta solitudine concessa dai galletti frastornati. Il
terzo giorno incomincia un po’ molle, ma quando la palla conta è sul
10 che Max lancia, ed il 10 riceve, ovviamente mai con i piedi per
terra, ovviamente atterrando sempre su qualche malcapitato.
PILASTRO
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# 13 Massimo Fierli
ER CUBI’ –
Strano per un QB non decidere gli schemi, ma tremendamente efficace
quando a farlo al suo posto è il guru dell’attacco dinamico: 63 punti
segnati in una sola partita e contro una squadra ben lungi da avere le
molle, e una media partita nell’arco dell’europeo di 35 punti (!) la
dicono lunga sulla produttività offensiva della premiata ditta M&M.
Grande prova di umiltà la sua, condita da assoluta precisione nei
lanci e coinvolgente spirito si squadra; considerato che gli era stata
affidata anche la gestione atletica della spedizone, di più proprio
non gli si poteva chiedere.
UOMO
SQUADRA
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# 20 Sebastiano Pascolo
IL MINORENNE –
Se non fosse per l’approssimativa preparazione ginecologica che fa
spazientire Faber, il nostro americanino fa bene ogni volta che viene
chiesto il suo contributo, tanto in attacco quanto in difesa.
L’esperienza certo non si compra, e a questi livelli conta quanto o
forse più dell’atleticità, ma se il buongiorno si vede dal mattino non
vedo nessuno in grado di togliergli una maglia da titolare in
nazionale nei prossimi 15 anni. Sempre che non rifiuti le future
convocazioni per timore di non poter raccogliere il sapone nelle
doccie.
TURBATO
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# 21 Stefano Cocchi
IL GIAPPONESE –
Con la digitale perennemente all’opera, Cox non tradisce le attese e
si conferma il giocatore in assoluto + gratificato dal vestire la
maglia azzurra, ripagando la fiducia dell’head coach con una condotta
esemplare in campo e fuori. Sempre preciso in attacco, realizza
diversi TD di pregevole fattura di cui uno funambolico in finale,
mentre come blitzer segna anche una safety. Non altrettanto reattivo
con le imboscate del Gerbaldi, finisce allegra vittima del buffalo.
SOLDATO
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# 25 Fabrizio Rossi
IL TATUATO –
Il nostro uomo-yakuza pur con 2 carpe koi ed un tentacolo incerottati
completa nella verde irlanda la sua trasformazione in blitzer doc
iniziata oltre il tarvisio. Letale soprattutto in semifinale ed in
finale dopo aver studiato i filmati degli avversari, diventa l’ammazzaqb
necessario a completare la rodatissima cleavers-difesa. Da però il
meglio di sé in versione zelig, imitando perfettamente quello laureato
dalla suora.
INIMITABILE
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# 27 Mattia Mattiussi
IL NON ROOKIE –
Il leoncino è cresciuto: se a Sestola l’emozione lo aveva tradito, a
Belfast, pur schierato nell’inedito ruolo di centro, segna alla sua
prima ricezione travolgendo tre avversari col centrotavola in testa
come fossero birilli. Ed è solo il primo di tanti TD: gioca tutto
l’europeo come un veterano senza commettere neanche un errore. La
carta d’identità è con lui, e la sua storia in nazionale sarà lunga,
sempre che in campo continui anche sulla strada del “low profile”.
SIMBA
SEGUE....
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